Anni fa, quando ho traslocato, ho fatto trasportare una cassettiera intera, senza svuotarla. Era leggera e, credevo, mezza vuota, con qualche vecchio documento dentro.
Alcuni giorni fa avevo bisogno di trovare alcuni documenti della vecchia casa e ho provato a cercare nella cassettiera, nel ripostiglio, chiusa da anni. Ho ritrovato una cosa di cui avevo ormai perso memoria, ovvero il tuo vecchio telefono. Mi sono tornati alla mente moltissimi ricordi ad esso associati.
Ricordo il giorno in cui lo abbiamo acquistato. Era il tuo compleanno e hai voluto farti un regalo con uno dei primi stipendi buoni del tuo nuovo lavoro. Un telefono bello, di buona qualità, ambìto e solido. Un piccolo goiello, ai tempi. Saranno passati dieci anni tra qualche settimana.
Ho una foto, in un vecchio archivio, in cui spacchetti il tuo nuovo telefono con fierezza e orgoglio. Una nuova generazione, una nuova tecnologia, una svolta epocale.
Ho tanti ricordi legati a quel telefono. Uno di essi, forse il più vivido, è collocato circa due anni dopo l'acquisto. Avevamo deciso di fare un viaggio insieme, ne avevamo bisogno. Un viaggio bellissimo, un viaggio itinerante con visite ogni giorno in posti diversi. Un viaggio particolare, un viaggio unico e che non dimenticherò mai. Pianificato nella base ma libero nei dettagli, allo scopo di vivere qualcosa di nuovo.
Ricordo una delusione, forte. Appena partiti, ed eravamo agli albori dei Social Network, la tua priorità si è subito palesata: fotografare e postare tutto. Non tanto per far vedere agli altri del viaggio (come si fa oggi), ovvero per darti un tono, ma più per condividere con le tue amicizie ciò che stavi vivendo.
Ma non doveva essere un viaggio tra noi?
L'apoteosi è stato il momento in cui eravamo sotto un tunnel, di colpo (a distanza) ho visto che fuori dal tunnel ci sarebbe stata una vista stupenda. L'ho detto, avvisandoti per tempo, perché avrei voluto condividere con te quella vista, quel momento speciale. Ricordo ancora, e non ho molta memoria visiva, ciò che si è palesato davanti ai miei occhi. Sì, ai miei. I tuoi erano su quel tuo (adesso vecchio) telefono, non sapevi cosa scrivere, come didascalia, nella foto fatta pochi minuti prima. Decisamente meno bella della vista successiva. In pochi secondi, meno di un minuto, con tanto di mie esortazioni a guardare, non hai guardato. La vista è sparita dietro un altro tunnel, io ho goduto (in solitaria) di questo capolavoro di natura e tu, irritandoti, mi hai detto che a causa della mia insistenza avevi perso l'intuizione sulla frase da scrivere sul social. Per le tue amicizie. Per una foto senza alcun valore. Hai perso un momento meraviglioso, tra di noi. Un momento unico. Una delusione tale che, dopo tanti anni, è ancora presente nel mio cuore. E questo è stato uno dei principali problemi: ti focalizzavi sui dettagli e perdevi le cose importanti. Non mi ascoltavi quando chiedevo la tua presenza. Non c'eri.
Hai deciso di rimpiazzare quel telefono dopo quasi tre anni poiché la batteria iniziava a mostrare segni di stanchezza. Non ho criticato la tua scelta e, anzi, ho agevolato l'acquisto del nuovo trovando una buona offerta. Avevi deciso di vendere il vecchio e ricavarne qualcosa, valeva ancora qualcosa. Io, in qualche maniera, ero legato al tuo vecchio telefono. Ai ricordi ad esso associati, a quante situazioni abbiamo con esso scattato delle belle foto. A quante telefonate ci siamo fatti. Non volevo perderne memoria, considerando che il mio, di quel periodo, si era purtroppo guastato, ed era uguale.
Ti ho detto di averlo svuotato e venduto ma non l'ho fatto. Ti ho portato il nuovo telefono dicendoti che c'era una differenza economica minima ma, lo confesso, non era vero. Ho tenuto il vecchio telefono come ricordo di un periodo della vita. Il tuo vecchio telefono, di fatto, lo hai venduto...a me.
Ricordavo il tutto ma non ricordavo che il tuo vecchio telefono fosse stato da me riposto in quella cassettiera. L'ho trovato e ho avuto un sussulto. Era "sepolto" tra mille fogli da oltre sette anni. Spento, quasi dimenticato.
Ho cercato un cavo e ho provato a collegarlo. Lo avevo svuotato? Lo avevo pulito? Ci saranno ancora i dati o si sarà cancellato col tempo?
Si è acceso. C'è ancora tutto, congelato nel momento in cui lo abbiamo spento per l'ultima volta. Mi è sembrato di fare un viaggio indietro nel tempo. C'era l'ultimo messaggio che avevo mandato e in cui ti dicevo che stavo arrivando col nuovo telefono. Non ci vedevamo da settimane. Quel messaggio, però, nascondeva già una situazione particolare. Sapevo già come sarebbero finite le cose.
Ho però trovato le foto e alcune credevo fossero andate perse. Non me le avevi mai mandate, per fortuna non le avevi cancellate. Un tuffo nel passato. Ho rivisto i momenti salienti di circa due anni della nostra vita. I nostri viaggi, le nostre gite, le nostre conversazioni. Chiaramente avevi cancellato tutto quello che non era importante, prima di darmi il telefono, ma non le nostre cose. Mi avevi infatti detto di salvare tutto, cosa che avevo fatto.
L'ho rimesso in quel cassetto. Non lo cancellerò, non me ne disferò. Un ricordo così forte che mi ha fatto viaggiare nel passato, nell'agrodolce di qualcosa di iniziato e finito, di limitato nel tempo (anche se molto, molto tempo) e di ormai passato da molto, molto tempo.
I ricordi sono la cosa più preziosa che abbiamo. Viviamo per accumulare ricordi e saranno loro a tenerci compagnia quando non potremo più generarne di nuovi. Il tuo vecchio telefono sarà per me un forte, nitido ricordo di quel tempo che è stato e non tornerà mai più.