Stanotte ho sognato. Probabilmente sogno tutte le notti ma stanotte, come accade di rado, il sogno è stato strano. Stranissimo. Reale.
Ho infatti sognato qualcosa di vero, di accaduto. Ho praticamente viaggiato nel tempo. Una situazione stranissima, accaduta raramente (forse mai) nella mia vita. Una situazione strana, particolare. Una situazione inquietante in quanto, dicono, ciò accade quando si sta morendo.
Il sogno è iniziato durante i nostri primi appuntamenti. Tutto era esattamente come allora, ho rivissuto tutta la vita di allora. La mia auto, le tiepide sere della fine di quella particolare estate, i rumori e le musiche che si sentivano allora. Da qualche parte, nella mia mente, è tutto registrato come in un film. Tantissimi dettagli, informazioni, momenti che, dopo tutti questi anni, credevo di aver completamente dimenticato. Invece c’è ancora tutto, così come allora. E' tutto cristallizzato nei miei ricordi, anche se quei ricordi, nella lucidità del giorno, sembravano irrecuperabili. Abbiamo smartphone con fotocamere e scattiamo foto a tutto e di continuo, oggi, eppure dimentichiamo ciò che vediamo o immortaliamo. Non c’erano, allora, e forse osservavamo con più attenzione. Forse vivevamo con più intensità e presenza, non essendo costantemente bombardati dagli aggeggi elettronici. La nostra memoria immagazzinava con più attenzione, forse perché sapeva di non avere il supporto delle foto e dei video. Ciò che si dimenticava era perso.
O, forse, ero solo più giovane.
C’era tutto. Il cielo era stellato così come allora, il profumo dell’aria era lo stesso ed era lo stesso mondo, una riproduzione perfetta di quel periodo. Le sensazioni erano le stesse, io ero la stessa persona. Perché possiamo vivere mille situazioni diverse ma ognuna sarà diversa, a modo suo irripetibile. Ogni momento, ogni sensazione sarà sempre un universo nuovo. Quei giorni erano speciali. Come lo sono stati e lo saranno altri, nella mia vita, ma ogni momento speciale è speciale in un modo unico.
Ho sentito di nuovo, nel sogno, quella canzone. Sì, proprio quella, che sentivamo tutte le sere mentre veniva suonata al “pianobar” della vicina gelateria e ci scherzavamo sopra. Era diventata la colonna sonora di quei giorni. L’ho sentita tutta mentre, come allora, parlavamo. Non ho vissuto una scena simile ad una serata di quel periodo, ho rivissuto esattamente il passato.
Probabilmente in tempo reale (il sogno è stato lungo), abbiamo preso l’auto e siamo andati nel nostro posto, a guardare le stelle (mentre le zanzare ci mangiavano) e a cercare di capire se ciò che stava accadendo in quei giorni era qualcosa di speciale o si trattava solo di un momento particolare di un’estate particolare. Ho rivissuto quei momenti di silenzio totale mentre, impauriti e sognanti, guardavamo insieme le stelle, in silenzio.
In qualche maniera ho vissuto, rapidamente, quelle prime settimane. I giri pomeridiani al parco, la suoneria spacca timpani del tuo cellulare, la fuga rocambolesca dal temporale. Tutto come allora. In qualche modo, a questo punto, con una punta di cognizione della situazione. Ero già fuori, stavo osservando un film dall’interno di un personaggio, capendo che non lo stavo vivendo ma rivivendo. E la lucidità e il realismo della situazione hanno generato in me paura. Nel torpore, non capivo se avessi davvero viaggiato indietro nel tempo o se tutto ciò stesse annunciando la mia morte, il "rivedere tutta la propria vita". Poi una sorta di visione rapidissima degli anni successivi - senza vederli, solo intuendo che stessero passando - e di colpo mi stavo svegliando. Ero nel terrore, ero di nuovo alle prime battute, di nuovo nella parte iniziale, ed era come se, svegliandomi, ne avrei potuto cancellato i ricordi. Come se non fosse mai accaduto. E non volevo che ciò accadesse, perché i ricordi sono le cose più preziose che ci portiamo dietro nella nostra vita. Ho sentito di nuovo quella canzone, in un vuoto profondo, prima di svegliarmi. Solo la musica, in un vuoto totale. Come in una stanza buia. Al risveglio però, non so perché, ho provato sollievo nel focalizzare dove fossi. Forse perché non ho rivissuto ciò che è accaduto dopo quei bei momenti. Evidentemente la mia mente ha deciso di non farmi del male.
Stamattina, prima di iniziare col lavoro, ho acceso la radio. Stava finendo uno spot e, immediatamente dopo, è partita quella canzone. Non si sente quasi mai, non la sentivo da anni. Ho avuto un sussulto. Ho riprovato, per tutta la durata del brano, quelle sensazioni. Quelle di allora, quelle del sogno.
E’ stata una pessima giornata, carica di problemi e di preoccupazioni. Ma quella musica, la musica del tempo che fu, mi ha fatto sentire qualcosa, dentro di me, che mi ha ricordato perché, molti anni fa, le cose sono andate in quella direzione. Quella magia è durata poco, gli anni successivi non sono stati allegri, ma è bastata una canzone per ricordarmi perché, allora, tutto era e sembrava così speciale.
I ricordi sono il bagaglio più prezioso che abbiamo.