La perdita di una persona cara è una esperienza che, prima o poi, dobbiamo fare tutti. L'entità del dolore, del distacco e della mancanza dipendono strettamente da quanto vicina a noi era questa persona. Il dolore per la perdita di un conoscente non è pari a quello della perdita di un amico. Quando però il lutto è legato ad una persona a noi molto cara, diventa dolore. Un forte dolore, un dolore atroce. Col tempo, la nostra mente inizia a distrarci e proteggerci. Il dolore, però, non diminuisce.
Il lutto, appena subito, si manifesta come un dolore lancinante. Qualcosa ci è stato strappato, sentiamo un dolore anche fisico, come se ci avessero appena tolto qualche parte del nostro corpo. Ci lascia a terra. Ci debilita, ci toglie ogni energia. Oppure non ce ne accorgiamo e sembriamo freddi, distaccati. Siamo increduli, come se fosse un brutto sogno. Come se fossimo in attesa del risveglio.
Col tempo ci accorgiamo di cosa sia cambiato. No, non possiamo più prendere il telefono e sentire la persona cara. No, non possiamo più portare un souvenir o inviare una foto. L'ultimo accesso a Whatsapp, a Telegram, ai social sarà congelato. All'inizio, però, questo non lo noteremo. Saremo come in un torpore psicologico, in attesa di elaborare il lutto. Non sempre ce la facciamo e, spesso, ci trasciniamo tutto questo per tanti, tanti anni. Forse per sempre.
Io sono una persona razionale e calma. Ma ogni lutto, seppur atteso o di persone molto anziane, ha lasciato segni fisici sul mio corpo. Posso notare le differenze tra una foto di una settimana prima e una foto di settimana dopo qualsiasi lutto e il mio corpo non sembra "invecchiato" solo di poche settimane ma di anni. Perché meno mostriamo, più somatizziamo. Soffriamo dentro, anche se a volte non ce ne accorgiamo neanche noi stessi. Nel ricordo della persona cara.
E' bello non dimenticare. Finché il ricordo della persona cara è vivo dentro di noi, anche la persona cara è ancora in qualche modo viva. Finché la pensiamo e sogniamo, è tra noi. E non è necessario andare al cimitero. Questo può anzi essere, per alcuni, fonte di turbe. La persona è viva in noi, è viva per noi. Il cimitero ci racconta, invece, la cruda realtà. E, a volte, è più bello vivere in una dolce favola che nel crudo mondo della Natura.